
I gelati diventano beni di lusso: ecco quanto pagheremo in più, saranno solo per ricchi maratonainternazionalediroma.it
Aumenti record per i gelati, i prezzi di cacao, latte e zucchero spingono spingono i costi alle stelle.
Con l’arrivo dell’estate, il gelato rimane il simbolo indiscusso del refrigerio estivo, ma il suo prezzo sta diventando un vero e proprio lusso per molti consumatori italiani. Secondo un approfondimento del Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc), basato su dati aggiornati del Ministero dell’Economia, il costo del gelato ha subito un aumento significativo negli ultimi anni, trasformandosi in un prodotto sempre meno accessibile.
Il prezzo di una vaschetta di gelato in Italia è cresciuto del 30% dal 2021, un incremento che supera la media dell’inflazione generale. Se si considera il gelato sfuso, il costo medio attuale si attesta intorno a 5,87 euro al chilo, rispetto ai 4,54 euro registrati nel 2021. Questo aumento è attribuibile principalmente a due fattori: l’inflazione in generale e l’impennata dei costi delle materie prime.
Tra queste, spicca il costo del cacao, salito a causa di eventi climatici estremi che hanno colpito duramente l’Africa occidentale, principale area di produzione mondiale. Anche ingredienti fondamentali come zucchero, latte e panna hanno subito rincari, influenzando il prezzo finale del prodotto.
Le città più care e meno care per acquistare il gelato
La variazione dei prezzi del gelato non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Firenze si posiziona al primo posto come la città più cara, con un costo di 8,05 euro al chilo per una vaschetta. Seguono Forlì (7,68 euro), Bolzano (7,19 euro), Ravenna (7,18 euro) e Biella (7,14 euro). Al contrario, alcune città del centro e nord Italia presentano prezzi più contenuti: Macerata (4,55 euro), Treviso (4,56 euro) e Cuneo (4,64 euro) si confermano tra le località dove il gelato è più accessibile.

Questi dati evidenziano come il gelato, un tempo considerato un piccolo piacere alla portata di tutti, stia diventando un prodotto di lusso, soprattutto in alcune aree urbane dove il costo della vita è più alto. Nonostante l’aumento del prezzo del gelato, questo non è il prodotto alimentare che ha subito il maggior rincaro.
L’Osservatorio prezzi del Ministero dell’Economia segnala aumenti molto più consistenti in altre categorie alimentari. Ad esempio, il caffè tostato ha registrato un rincaro dell’80%, mentre le merendine sono aumentate del 55%, i panini del 50%, gli yogurt del 47% e la pizza margherita del 33%. Questi rincari, sommati all’assenza di un adeguato aumento delle retribuzioni, stanno creando un effetto di compressione sui consumi, spingendo molte famiglie a ridurre le spese non essenziali, come appunto il gelato.
L’evoluzione dei prezzi riflette una realtà economica complessa, in cui l’inflazione e i costi delle materie prime giocano un ruolo centrale. Il gelato, prima simbolo di spensieratezza estiva, rischia così di diventare un prodotto riservato a chi può permettersi di sostenere costi sempre più elevati, una realtà che si riflette in particolare nelle grandi città come Firenze, dove il prezzo è più alto rispetto alla media nazionale.