
Livi sul corpo? Attenzione! maratonainternazionalediroma.it
Lividi frequenti e inspiegabili possono essere sintomo di leucemia, una malattia del sangue che richiede diagnosi precoce per aumentare le possibilità di guarigione.
Se ti ritrovi frequentemente con lividi inspiegabili, è fondamentale consultare un medico, poiché potrebbe trattarsi di una malattia seria e potenzialmente mortale come la leucemia.
Questa patologia coinvolge il midollo osseo, sede di produzione delle cellule del sangue, e può manifestarsi con sintomi iniziali apparentemente banali ma che richiedono un’attenta valutazione clinica.
Cos’è la leucemia: origine e tipologie
Le cellule che costituiscono il sangue – globuli rossi, globuli bianchi e piastrine – derivano da cellule staminali immature prodotte nel midollo osseo, un tessuto molle presente all’interno delle ossa piatte negli adulti e di quelle lunghe nei bambini. Nella leucemia, si verifica una proliferazione incontrollata di queste cellule staminali anomale, note come cellule leucemiche o blasti, che ostacola la produzione normale delle cellule ematiche.

Le leucemie si dividono principalmente in due grandi categorie: acute e croniche, a seconda della rapidità con cui la malattia progredisce. Le leucemie acute vedono un rapido aumento delle cellule tumorali e la comparsa precoce dei sintomi, mentre le forme croniche si sviluppano più lentamente, anche se in alcuni casi possono evolvere in forme aggressive.
Un’ulteriore classificazione si basa sul tipo di cellula da cui origina la malattia: le leucemie linfoidi (da cellule linfoidi, precursori dei linfociti) e le leucemie mieloidi (da cellule mieloidi, precursori di globuli rossi, piastrine e alcuni globuli bianchi). I tipi più comuni sono:
- Leucemia linfoblastica acuta (LLA)
- Leucemia linfocitica cronica (LLC)
- Leucemia mieloide acuta (LMA)
- Leucemia mieloide cronica (LMC)
Esistono inoltre forme più rare, come la leucemia a cellule capellute.
Le leucemie rappresentano uno dei tumori più frequenti nei bambini, con le leucemie acute che costituiscono oltre il 25% di tutti i tumori pediatrici. In particolare, la leucemia linfoblastica acuta è la forma più comune nei bambini sotto i 14 anni, mentre negli adulti prevalgono maggiormente le forme mieloidi acute e croniche.
In Italia si stimano annualmente circa 7.900 nuovi casi di leucemia, con un’incidenza di 17,5 casi ogni 100.000 uomini e 10,5 ogni 100.000 donne. La forma più diffusa negli adulti è la leucemia linfatica cronica a cellule B, che rappresenta il 30% di tutte le leucemie.
Le cause della leucemia sono spesso legate ad anomalie genetiche acquisite casualmente nel corso della vita. Per esempio, nella leucemia mieloide cronica è presente il cosiddetto cromosoma Philadelphia, caratterizzato da una fusione anomala di geni (BCR-ABL) che favorisce la crescita incontrollata delle cellule tumorali.
Alcuni fattori di rischio sono noti, tra cui l’esposizione a radiazioni intense o a sostanze chimiche come benzene e formaldeide, nonché precedenti trattamenti con radioterapia o chemioterapia per altri tumori. Alcune condizioni genetiche, come la sindrome di Down, aumentano significativamente il rischio di leucemia nei bambini. Altri fattori non modificabili comprendono l’età avanzata e il sesso maschile.
I segni della leucemia possono essere molteplici e spesso aspecifici, motivo per cui è importante un’attenta valutazione medica. Tra i sintomi più comuni si annoverano:
- Facilità a sviluppare lividi e sanguinamento
- Pallore e stanchezza persistente
- Febbre e sudorazioni notturne
- Dolori ossei e articolari
- Perdita di peso ingiustificata
- Infezioni frequenti o difficili da guarire
- Ingrossamento di milza e linfonodi
Nelle forme acute, i sintomi si manifestano rapidamente e in modo evidente, mentre nelle leucemie croniche possono essere assenti o lievi nelle fasi iniziali.
La diagnosi si basa su esami del sangue, come l’emocromo e lo striscio di sangue, che permettono di individuare cellule anomale. Per confermare la presenza di leucemia, si eseguono inoltre biopsie del midollo osseo e, se necessario, prelievi del liquido cefalorachidiano per valutare l’eventuale coinvolgimento del sistema nervoso centrale. Studi genetici specifici oggi rivestono un ruolo cruciale nell’identificazione delle mutazioni e nella scelta terapeutica.
Il trattamento della leucemia varia a seconda del tipo, dello stadio della malattia e dell’età del paziente. La chemioterapia rimane la terapia principale, spesso integrata da trattamenti mirati e immunoterapie di ultima generazione.
Per esempio, nella leucemia mieloide cronica è stato rivoluzionario l’uso dell’imatinib, un farmaco a bersaglio molecolare che blocca la proteina anomala prodotta dal gene di fusione BCR-ABL. Questo approccio ha trasformato una volta malattia grave in una condizione gestibile a lungo termine.
Le terapie immunitarie, come l’interferone alfa e gli anticorpi monoclonali, potenziano l’azione del sistema immunitario contro le cellule leucemiche. Un’innovazione significativa è rappresentata dall’immunoterapia con cellule CAR-T, che prevede la modifica genetica dei linfociti T del paziente per riconoscere e distruggere efficacemente le cellule tumorali.
Nei casi più avanzati o resistenti, il trapianto di cellule staminali emopoietiche può offrire la possibilità di una guarigione definitiva, sostituendo il midollo osseo malato con cellule sane di un donatore compatibile. Radioterapia e chirurgia hanno un ruolo limitato nel trattamento della leucemia, riservate a situazioni specifiche.