
Nuovi controlli del Fisco: chi rischia grosso con i controlli con l'evasometro - Maratonainternazionalediroma.it
Come proteggerti dalla nuova arma del Fisco, il nuovo evasometro: chi rischia grosso e attenzione a queste soglie.
Con la definitiva dismissione del redditometro e l’entrata in scena dell’evasometro, la lotta all’evasione fiscale in Italia si fa più incisiva, mirata e tecnologicamente avanzata.
Questo nuovo strumento, gestito dalla Guardia di Finanza e dall’Unità Integrata Permanente di Analisi del Rischio (UIPAR), promette di colpire con maggiore precisione i contribuenti più a rischio, grazie all’incrocio di dati finanziari nazionali e internazionali, e a un sistema di scoring fiscale che identifica i soggetti suscettibili di frodi e inadempienze.
L’evoluzione degli strumenti di controllo: dal redditometro all’evasometro
Il Dlgs 108 del 2024 ha sancito la fine del redditometro, lo strumento che in passato analizzava le discrepanze tra reddito dichiarato e spese sostenute, ma in modo spesso indistinto, colpendo in egual misura contribuenti a rischio e non. Al suo posto è arrivato l’evasometro, progettato per affinare i controlli fiscali concentrandosi esclusivamente su profili ad alto rischio di evasione. Il nuovo sistema si basa su un complesso incrocio di dati: l’anagrafe dei rapporti finanziari, lo scambio di informazioni derivanti dal Common Reporting Standard (CRS) e i dati contenuti nelle dichiarazioni dei redditi.
Grazie a queste informazioni, l’evasometro assegna a ciascun contribuente un punteggio di rischio fiscale, permettendo così di focalizzare le verifiche su chi presenta una situazione più sospetta. Un esempio di categoria particolarmente osservata riguarda i contribuenti con debiti fiscali superiori ai 50.000 euro e disponibilità finanziarie all’estero. L’obiettivo è anche quello di distinguere chi effettivamente non può pagare da chi, pur avendo mezzi sufficienti, cerca di eludere il fisco, ad esempio mediante false adesioni a rottamazioni fiscali. L’evasometro non è un’invenzione recente: introdotto sperimentalmente nel 2019, oggi si avvale di sofisticate tecnologie e di una maggiore interoperabilità delle banche dati, consentendo analisi rapide e approfondite.
La novità principale risiede nella frequenza con cui i dati vengono aggiornati e incrociati, con flussi mensili richiesti dalla Guardia di Finanza per un controllo costante e tempestivo. Questo sistema automatizzato utilizza le segnalazioni finanziarie degli intermediari, le informazioni fiscali scambiate a livello internazionale tramite il CRS e la banca dati dell’anagrafe finanziaria per tracciare un quadro completo e aggiornato della situazione patrimoniale e reddituale di ciascun contribuente. L’assegnazione del punteggio di rischio permette di definire le priorità di intervento e di concentrare le risorse investigative dove possono essere più efficaci.
La gestione dell’evasometro è affidata all’UIPAR, un organismo interistituzionale che coordina l’attività di analisi del rischio, evitando sovrapposizioni e sprechi di risorse. Le indagini sono calibrate per escludere i contribuenti che, per situazioni come procedure concorsuali o scarsità patrimoniale, presentano poche probabilità di recupero, focalizzandosi invece su situazioni anomale come aperture e chiusure irregolari di partite IVA o società cartiere.

L’attivazione del controllo tramite evasometro avviene solo se coesistono precise condizioni: uno scostamento tra reddito dichiarato e reddito ricostruito tramite spese effettuate superiore al 20%, e una differenza economica che superi dieci volte l’assegno sociale annuo, cioè circa 70.000 euro. Solo in questi casi si procede con accertamenti più approfonditi. Tra le aree di maggiore attenzione ci sono le cessazioni sospette di partite IVA, che nel solo 2024 hanno superato le 3.800 chiusure per irregolarità manifeste.
L’evasometro monitora anche le frodi legate a pagamenti fiscali già iscritti a ruolo, indagando su possibili pratiche fraudolente come alienazioni simulate o intestazioni fittizie di beni, finalizzate a occultare il patrimonio reale. L’UIPAR svolge un ruolo cruciale nella razionalizzazione delle attività di controllo, assicurando che le indagini siano efficaci e non duplicate. Le indagini mirano anche a prevenire la dispersione patrimoniale, fenomeno spesso correlato a tentativi di sottrazione fraudolenta dei beni aziendali per evitare il pagamento delle imposte dovute.
Un altro strumento essenziale nelle operazioni è la Silver notice, che consente l’accesso alle banche dati patrimoniali di oltre 50 Paesi, ampliando così il raggio d’azione contro l’evasione internazionale e la sottrazione di capitali all’estero. I controlli, quindi, non si limitano alla semplice verifica del reddito, ma si estendono a una ricostruzione dettagliata della reale situazione economico-patrimoniale, con l’obiettivo di contrastare efficacemente le frodi fiscali e tutelare le entrate erariali.
La soglia di attenzione rimane fissata a 50.000 euro di debito erariale, parametro che guida le attività investigative e le strategie di intervento, concentrando le risorse sulle posizioni più critiche e potenzialmente fraudolente, e garantendo un monitoraggio continuo e aggiornato grazie alle nuove tecnologie e all’interscambio informativo internazionale.