
Hai qualche linea di febbre? Potrebbe essere influenza oppure necrosi intestinale: quando preoccuparsi - maratonainternazionalediroma.it
Sembra una banale influenza invece è tutt’altro, i sintomi della necrosi intestinale sono questi: ecco quando preoccuparsi.
La necrosi intestinale rappresenta una condizione medica grave e spesso sottovalutata, caratterizzata dalla riduzione o interruzione del flusso sanguigno verso l’intestino. Questo fenomeno può provocare danni irreversibili al tessuto intestinale e richiede un intervento tempestivo per migliorare le probabilità di sopravvivenza. Conoscere i sintomi, le cause e gli aspetti legati alla mortalità è fondamentale per una diagnosi precoce e un trattamento efficace.
Tra i segnali più comuni si annoverano:
- Dolore intenso e improvviso, spesso localizzato nella parte centrale o inferiore dell’addome.
- Nausea e vomito, che possono accompagnare il dolore e peggiorare lo stato generale.
- Diarrea o, al contrario, stipsi, con possibile presenza di sangue nelle feci.
- Gonfiore addominale e sensazione di pienezza.
- Febbre e segni di shock nei casi più gravi.
È importante sottolineare che il dolore addominale può essere sproporzionato rispetto ai reperti clinici all’esame obiettivo, un elemento che deve allertare il medico. Inoltre, la rapidità di insorgenza dei sintomi è un indice di gravità.
Necrosi intestinale, sembra influenza invece è tutt’altro
La necrosi intestinale si verifica principalmente a causa di un’ostruzione del flusso ematico. Tale ostruzione può derivare da diverse condizioni: Trombosi arteriosa o venosa: la formazione di coaguli sanguigni nelle arterie o vene mesenteriche impedisce il passaggio del sangue. Embolia: frammenti di materiale, come coaguli o placche aterosclerotiche, che si staccano da altre parti del corpo e occludono i vasi intestinali.
Ipotensione severa: una riduzione drastica della pressione sanguigna può compromettere la perfusione intestinale. Patologie cardiovascolari: aritmie, insufficienza cardiaca e aterosclerosi aumentano il rischio di eventi ischemici a livello intestinale. Interventi chirurgici o traumi addominali: che possono danneggiare i vasi sanguigni o alterare la circolazione.

Tra i fattori di rischio, oltre all’età avanzata, spiccano il diabete, il fumo, l’ipertensione e le malattie croniche che compromettono la circolazione.
Nonostante i progressi nella diagnostica e nelle terapie, la necrosi intestinale mantiene un tasso di mortalità elevato, che varia dal 50% al 70% in base alla tempestività dell’intervento e alla gravità del quadro clinico. La sopravvivenza dipende da diversi fattori:
- Rapidità della diagnosi: una diagnosi precoce consente un trattamento più efficace, spesso con la rimozione chirurgica della porzione intestinale necrotica.
- Condizioni generali del paziente: chi presenta comorbidità importanti ha una prognosi più riservata.
- Tipo di infarto intestinale: l’occlusione arteriosa acuta presenta un decorso più critico rispetto alla forma cronica o venosa.
- Qualità delle cure: l’accesso a strutture specializzate e l’utilizzo di tecniche avanzate migliorano le chance di sopravvivenza.
Gli studi più recenti sottolineano l’importanza di una gestione multidisciplinare che coinvolga gastroenterologi, chirurghi vascolari e anestesisti per ottimizzare i risultati.
L’infarto intestinale rappresenta quindi un’emergenza medica che necessita di un’attenzione particolare, soprattutto in presenza di sintomi suggestivi in pazienti con fattori di rischio cardiovascolari. L’informazione e la consapevolezza sono strumenti chiave per ridurre la mortalità associata a questa patologia.