
L’impossibilità di interventi correttivi e la realtà della previdenza complementare (www.maratonainternazionalediroma.it)
A chi pensava che l’aumento della propria pensione si sarebbe concretizzato solo con l’arrivo della tredicesima di dicembre, si sbagliava.
A quanto pare, stando alle ultime direttive, potrebbero esserci degli aumenti molto più corposi, a partire proprio da questo prossimo trimestre che sta per aprirsi. All’inizio erano in pochi a crederci, ma ora sembra concretizzarsi questa ipotesi.
Strumenti e incentivi sono stati messi in campo per tutti coloro che sono già in pensione o andranno in pensione, dopo anni di lavoro e di versamenti di contributi. Vediamo insieme qual è questa novità e di cosa si tratta.
Novità in materia pensioni
In tantissimi non ci credevano, come da troppo tempo non si pensava che potevano esserci dei cambiamenti quanto delle migliorie al sistema pensionistico italiano. Dalla legge Dini del 1995 sino ad oggi, le prospettive di possibili aumenti delle pensioni di anzianità non si erano mai del tutto concretizzate, tanto anche da scoraggiare ad andarci proprio in pensione, anche quando se ne avevano tutti i requisiti.
Ma qualcosa sta per cambiare e sono stati messi in campo strumenti, bonus e agevolazioni fiscali, insieme anche ad incentivi proprio per aiutare i futuri pensionati (a brevissimo termine o fra qualche anno) e per godersi una pensione come si deve e soprattutto dignitosa. Queste novità valgono, nello specifico, per coloro che utilizzano il sistema contributivo per il calcolo della propria pensione.
Chi potrebbe ricevere un aumento
Ci sono buone speranze per cui presto possa esserci un aumento della pensione con l’esclusione dei contributivi puri dall’integrazione al trattamento minimo. Questo strumento consente a coloro che hanno una pensione molto bassa di arrivare alla soglia del trattamento minimo che nel 2025 è pari a circa 603€ al mese.

È stata una sentenza della Corte Costituzionale ad aver fatto da apripista a una nuova pensione di garanzia per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996. I giudici si sono espressi in favore dell’Assegno ordinario di invalidità, quella pensione a cui hanno diritto coloro che hanno un’invalidità civile compresa tra il 74% e il 99% che hanno maturato almeno 5 anni di contributi.
Chi raggiunge il diritto a questo tipo di pensione, però, è molto probabile che non abbia contributi versati prima del ‘96. La sentenza della Consulta diventa, così, importante. Una novità che si applica alle sole pensioni di invalidità, ma non è da escludere che presto la sentenza possa essere utilizzata per presentare un ulteriore ricorso a vantaggio di tutti i pensionati.